La “Nave dei Folli” di Patrizia Comand
Dal 10 ottobre al 12 novembre 2017 il Museo di Palazzo Cipolla a Roma presenta al pubblico l'originale mostra promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con il supporto tecnico di Civita ROMA - La stagione espositiva del Museo di Palazzo Cipolla a Roma riparte con LA NAVE DEI FOLLI di Patrizia Comand, un’opera dipinta tra il 2013 e il 2014, ispirata all’omonimo poema satirico di Sebastian Brant (DAS NARRENSCHIFF), pubblicato per la prima volta a Basilea nel febbraio del 1494, durante il Carnevale altorenano. Si tratta di un testo satirico-morale in versi composto da 112 capitoli, caratterizzato non solo dal tono ironico, ma anche dalla sua incredibile attualità. All’epoca inoltre aveva collaborato alle illustrazion un giovane Albrecht Dürer con le sue xilografie. L’opera realizzata da Patrizia Comand è un dipinto molto imponente per le dimensioni, costellato di figure allegoriche, originale ed ironico che, pur ispirandosi al poema di Brant, offre continui rimandi alla nostra attualità. La mostra propone, oltre al grande dipinto, anche 20 disegni preparatori riferiti ai 20 capitoli scelti dal poema, che illustrano la genesi dell’opera, sottolineano lo stile attento e preciso della pittrice e rendono visibile il legame con l’opera letteraria che l’ha ispirata. L’iniziativa è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con il supporto tecnico di Civita. Il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, a proposito della mostra, afferma: «Confesso che quando ho visto l’opera di Patrizia Comand “La nave dei folli”, l’entusiasmo mi ha pervaso immediatamente facendomi fare un balzo nella memoria, per le pari emozioni che in gioventù ebbi a provare quando vidi per la prima volta l’opera di Brueghel Il Vecchio “La caduta degli angeli ribelli”. L’accostamento può apparire indubbiamente irriverente, e forse in qualche modo non stilisticamente corretto ed ortodosso, ma le sensazioni che ho provato di fronte a queste due visioni non dissimili restano per me veritiere e complete. Da qui, il desiderio di far transitare nei nostri spazi espositivi – che hanno visto, nei quasi vent’anni di attività, il susseguirsi di artisti classici, moderni, contemporanei, di strada – l’opera di questa, a mio modo di vedere, interessantissima pittrice. Patrizia Comand, con il suo tratto assolutamente suggestivo, provoca un’immediata sollecitazione della fantasia, catapultandoci in un grande gioco collettivo, in cui i protagonisti sembrano in qualche modo farci vivere, nella loro assoluta astrazione, in un grande sogno, come se si trattasse di uno spettacolo circense, popolato di acrobati, funamboli, clown, trapezisti. Quest’opera infatti mi ha indotto a sognare, perché è così estranea alla quotidianità rigida e plumbea del nostro tempo, incasellata in rituali anche cromatici che costantemente si ripropongono con la loro impersonalità. La Comand è per me l’artista della fantasia, elemento alla quale, nella vita, bisognerebbe sempre affidarsi per poter superare il tedio e la monotonia dell’esistenza quotidiana.». {igallery id=3978|cid=713|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} ...